lunedì 3 giugno 2013

JF

JF è il mio terzogenito.
Anche lui è nato ad agosto (come la maggior parte dei maschi di casa) e prematuro.
Essendo ormai la prematurità scontata per me, per la sua nascita ho voluto provare qualcosa di diverso: il parto in trasferta.
Ero in Costa Azzurra per le vacanze, quando ho cominciato ad avvertire le prime avvisaglie della dannata preeclampsia (pressione in rialzo, gonfiori, emicrania, mal di stomaco) e, come da consiglio dell'internista che mi seguiva, sono andata al pronto soccorso dell'ospedale di Fréjus, pensando di fare un'ecografia e poi tornarmene in Italia.
In realtà le cose poi sono andate diversamente.
Appena arrivata faccio il triage e l'infermiera addetta non aveva la più pallida idea do cosa fosse la preeclamsie (cioè la più comune patologia della gravidanza), fortunatamente sopraggiunge un'ostetrica che mi ricovera al volo.
Faccio ecografia e analisi varie da cui emerge effettivamente un quadro compromesso per cui decidono di farmi la prima iniezione per la maturazione polmonare del bambino.
Io a questo punto vorrei avvertire l'ospedale italiano, uscire e toornare a Torino MA scopro che in Francia non è prevista l'opzione dimissioni volontarie. Rimango quindi ostaggio e TRE (sottolineo tre) giorni dopo subisco il cesareo.
JF è un bel moretto di 1765 gr (un vrai petit italien dice l'infermiera) e viene ricoverato nella piccola terapia intensiva dell'ospedale.
Qui iniziano giorni convulsi, il reparto non è , a mio parere, idoneo ad accogliere un prematuro (in effetti li accetta a partire dalla 32 settimana proprio l'età gestazionale di JF), però noto che tutti i bimbi sono più grandi di lui.
JF ha un forte reflusso gastrico e desatura continuamente, a un certo punto la neonatologa si spaventa e decide di trasferirlo in elicottero a Nizza.



Che viaggio da incubo, mai avuto tanta paura in vita mia, ad ogni montagna mi pareva ci schiantassimo.
Arrivati, un'altra bella sorpresa; JF viene immediatamente portato in terapia intensiva ma per la sottoscritta il discorso è più complesso.
In Francia la sanità è privata e all'ospedale Archet mi comunicano senza tante cerimonie che non intendono ricoverarmi (a meno che, beninteso non sia disposta a pagarmi integralmente il soggiorno) e mi suggeriscono di andare a Bordighera.
Cioè a Bordighera? Con i punti del cesareo e senza un bambino? Pensando di aver già sufficienti grane senza rischiare pure un arresto comincio a strepitare e finalmente Italia batte Francia 1-0
Mi ricoverano!
JF finisce nuovamente in terapia intensiva e comninciano con le analisi.
Due giorni dopo ci daranno un'ipotesi di diagnosi: morbo di Hirschsprung.
La dottoressa poi mi dirà chiaramente che non vuole dimetterlo perchè ritiene che in Italia non sarebbe seguito convenientemente.
Arriva però la seconda vittoria italiana (si lo ammetto, i miei rapporti con il popolo francese sono decisamente complessi).
Mi convoca nel suo ufficio e mi mostra un prospetto informativo sulla malattia dove viene indicato come centro di eccellenza per la cura della malattia il Gaslini di Genova (tiè!).
In realtà poi la diagnosi si rivelerà sbagliata, JF non ha mai avuto l'Hirschprung.






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